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Spero tu capisca di esserti ormai incastrato. Caro Ili. Pubblichi “Niola Doa, un pretesto” poi, solo un anno dopo, questo “Acacous, un ritorno”. Difficile aggiungere “rien ne va plus”. Il prossimo potrebbe titolarsi “Mar Mar, un ricordo”. Più drammaticamente “Tibesti, un rimpianto”. Perché è uno dei luoghi sacri nei quali non puoi più metter piede. E non ha senso ripercorrere, sulle mappe, il viaggio di allora. Poiché quello che conta veramente, come ogni vittoria sportiva, è il prossimo. Quello che devi ancora fare e neppure sai quando riuscirai a metterlo in conto. L’irrequietezza, della quale qualcuno ha già scritto sino alla nausea, tesse una sottile tela di ragno, attorno ai nostri sensi piegandone solo alcuni alla rinuncia. Ma altri, più combattivi, respingendoli dentro l’insopportabile. Che si rivela, in fondo, questo sano quieto vivere. Tra condizioni e consumi. Tra compromessi e risvegli. Persino tra pretesti e ritorni, come noi ora.
Acacous
Un ritorno
Pagine 48. Formato 12×16 a un colore.
Silvia Editrice, Milano dicembre 2002