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Talvolta è come se tu camminassi verso un viaggio che
è là, ad attenderti. Altre volte il viaggio ti viene incontro quasi di sorpresa.
[…]
Del Madagascar sapevo solo quello che mi ero sempre
immaginato. Un luogo di hibiscus e serpenti, nascosti dalla
fitta vegetazione. Vivacizzato dai fiori, le strisce, le fasce, i
frutti, i colori che vestivano sorridenti donne prosperose.
Intente ad occupare le piazze del mercato con i loro fagotti
vivaci. Tenuti, sino allora, in bilico sulla testa. O meglio su
una massa di capelli neri e ricciuti costretti da trecce a turbante.
Diario dal Madagascar.
Pagine 136, a colori.
Novembre 2011