Seconda numerazione
Alfabeti
Ammettiamo, per un tempo anche breve, di non conoscere le linee curve, né il cerchio, e naturalmente neppure i mezzi traccianti relativi. E di dovere in questo poco tempo, disegnare un alfabeto riferito a segni preesistenti; risolti, quindi, da altri, secondo tecnologie più avanzate. Delle quali abbiamo avuto sentore ma non esperienza. Conosciamo solo la costruzione del quadrato, la sua divisione simmetrica in sottomultipli, il gioco delle diagonali e di altri assi obliqui. Una divisione elementare dello spazio, che si fraziona continuamente come la paziente ricostruzione, a piccolo punto, di una veduta pastorale di maggior respiro. Senza arrivare alla ricomposizione casellaria di certe letture elettroniche, nelle quali ascisse ed ordinate della nostra ipotetica battaglia navale si collegano oppure disgiungono con una liquida trasfigurazione, è possibile ritrovare i caratteri determinanti del letterale? Oppure la decodificazione di segni troppo elementari richiede a sua volta un input conoscitivo definibile come nuovo codice normativo? Riusciamo quindi, in parole povere, a leggere un alfabeto del quale sono state tolte le linee curve, e le simulazioni delle stesse; oppure di fronte ad esso siamo nuovamente analfabeti?