Storie & Progetti

9_LETTERANDO correz INDISP.inddAssociazione Iliprandi

Calligrafie - Serigrafia 48

Anno
1970

Cliente
Serigrafia

Tipologia
Copertina

Descrizione

Inediti

La calligrafia, che è sempre stata oggetto di studio e di esercitazione, si è andata facendo oggi mezzo di espressione ancora più sofisticato. Proprio per questo rarefarsi della scrittura manuale come mezzo di comunicazione diretta, Tantoché è raro ricevere una bella lettera, scritta a mano, su carta buona, e difficile pare farsi anche la lettura. Complice il calo della vista, ma anche l’aver perso una certa consuetudine e familiarità con il tratto di penna. È lontano ormai il tempo nel quale potevamo imputare questo cambiamento di costume all’uso del telefono, o all’abuso maniacale del Fax. La gente non scrive più di proprio pugno, non ha una bella carta da lettere personale, non fa la fatica di imbustare e spedire. Usa la posta elettronica a proposito e sproposito, inondandoti di carte destinate a non proporsi neppure come interlocutorie. Oppure pretende il numero del tuo cellulare per potersi infiltrare nella tua vita privata in qualsiasi momento della giornata. Dicono che questi “improvvisi” nascono dalla insicurezza che si genera in chi è vittima delle trappole dell’occulto. Su un altro versante l’anomia, l’alienazione ed il bisogno di far “sentire” la propria presenza generano quel fenomeno, altrettanto fastidioso, di invadenza sociale che sono le scritte murali. Ancora meno sopportabile perché si esprime con uno squallore estetico-visivo di rara stupidità. Eppure i ragazzi hanno sempre scritto sui muri, pateticamente, col gessetto, Paolo ama Francesca, oppure più spavaldamente evviva per quella cosa della quale a malapena avevano sentito parlare. Altri, più pervasi dal senso della propria virilità, disegnavano ovunque improbabili simboli fallici, ai quali avremmo voluto apporre come sottotitolo didascalico «Autoritratto di italiota medio». Ma si trattava di casi isolati. E quanto profondità, abissi di solitudine o perversione, nelle scritte che, graffiate tra gli annunci del Dottor Ardizzone, decoravano le lamiere dei vespasiani cittadini. Che sostanziale differenza tra quell’ e Dio la benedica, sui muri delle caserme, e le firme di questi nuovi impotenti imbrattatori di intieri scorci prospettici. I tempi stanno cambiando. Pure negli uffici postali si vedono meno cartelli scritti a mano da qualche solerte funzionario che, alla sera, poteva raccontare con fierezza alla propria sposa di come avesse risolto il problema della coda giusta allo sportello giusto. Con persino un tentativo di bella calligrafia, fai da te.

Indietro