Seconda numerazione
Correva l’anno del Signore che più non ricordiamo. Picasso ruotava attorno ai volti per disegnarne il fronte ed il profilo con un unico tratto, la regina di Utzmal si lasciava ritrarre con fissità sdegnosa e Federico di Montefeltro sedeva in Urbino proprio dove noi sediamo oggi, con davanti il medesimo morbido susseguirsi di colli e nebbie. Mai così tante persone si erano riunite attorno ad un tavolo per discutere di forza d’asta, di approccio, di spalla, di grazie terminali, di spaziature ed interlinee. Cosa è questa? Nostalgia, rimpianto, desiderio di tornare indietro per conoscere di persona la bella Giuditta di Klimt, o la giovane donna che legge del Vermeer, ed iniziare con loro un sogno da offrire a Freud? Il grido che esce da Giulio Romano era lo stesso, di Anna Banti che accompagna la nascita e poi la morte dell’uomo?