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Se vai nel deserto pretendi, giustamente, che sia deserto. Nel senso
che noi diamo abitualmente a questa parola. Poi pretendi di
avere mezzi meccanici funzionanti. E tende che possibilmente
riescano a resistere ad un vento da settanta chilometri orari. Pretendi
legna per il fuoco. Ogni mattina baguette di N’djamena
tagliata a fette e fatta seccare in un sacco di juta. Almeno una borraccia di
acqua al giorno. Un brodo di dado a mezzogiorno, una tisana di menta alla
sera.
[…]
Però se, soprattutto e tutto, pretendi di essere nel deserto più deserto, cioè
nel Sahara, allora, se hai di queste pretese, devi farti un giro nel grande circo
di Ourì. E non dare retta a quanti sostengono che la prima dote richiesta
per vivere il deserto è lo spirito di adattamento. Devi invece saper pretendere.
Ourì
un diario dal Sahara dimenticato.
Pagine 48. Formato 12×16 a un colore.
Silvia Editrice, Milano dicembre 1998